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Grazie a numerosi incentivi, in Italia si sono moltiplicate le iniziative per la realizzazione di impianti di digestione anaerobica che utilizzano scarti agrozootecnici e colture dedicate. A marzo 2010, un censimento effettuato dal CRPA contava 273 impianti di cui circa 200 operativi e molti altri in costruzione, oltre ad altri 46 alimentati da FORSU e reflui dell'agroindustria. I MWe installati sono passati per gli impianti agrozootecnici da 49 a 140 in soli 3 anni (vanno aggiunti i quasi 300 MWe da rifiuti urbani) e si prevede che il settore possa arrivare a breve a 1200 MWe. Nel cremonese, nel 2010, le richieste di autorizzazione inoltrate sono state oltre 60, per un totale prossimo a 60 MWe. In base allo sviluppo di questi pochi anni e al potenziale esistente di scarti organici agrozootecnici, agroindustriali e civili e di terreni teoricamente disponibili per colture dedicate, non è velleitario ipotizzare il doppio della potenza elettrica prevista dal piano di azione nazionale.